Scuola di Medicina Spagirica
A cura del dipartimento Scientifico della Similia
3ª lezione del 1° anno
Epistemologia II
Docente: Dr. Ugo Alberto Caddeo




Indice della lezione


Lezione 1


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Domande al docente

7 Analogia e terapia.


Partendo dal concetto che esiste, perché sperimentabile, una visione totalizzante del "malato", quindi olistica, come si dice pur inflazionando il termine, ci aspetteremo che la psicosomatica guidi anche l'aspetto terapeutico.
P.e. l'agopuntura che si dimostra tranquillamente che possiede di diritto gli aspetti che possiede una disciplina psicosomatica. Perché il punto dell'agopuntura si può leggerlo, certo che i "formulistici", purtroppo sono la maggioranza, non ascoltano i polsi, non fanno gli esami delle urine, e si capisce già che non usino l'analogia. Allora la signora Giuseppina va dall'agopuntore con il mal di testa e loro conoscendo a memoria o consultando i testi di agopuntura praticamente fanno riflessologia o fanno agopuntura energetica. Ottenere risultati in queste condizioni ha la medesima probabilità di azzeccare un terno al lotto, hanno il 30/40% di successo.
A questo punto somministrargli l'aspirina è la stessa cosa, come atteggiamento, ma ciò implica "rinunciare" ad entrare in vibrazione con il paziente.
Pratichiamo l'allopatia con l'agopuntura, dove esiste solo una percentuale di risultati positivi. Però si risolverà a livello sintomatico, ma, in realtà, non si è risolto niente.
Questa signora starà bene per sei mesi, ma alla prima situazione di stress o peggio ancora se il mal di testa è legato al mestruo dopo tre cicli, ritorna con il mal di testa come prima. Torna da noi perché prima avevamo risolto velocemente e ci reputa un bravo agopuntore. Torna da noi, però in queste condizioni diventa un ciclo chiuso. Invece il punto al di là delle prescrizioni sintomatologiche, che gli stessi cinesi di fatto danno, perché esistono livelli diversi di coscienza medica tra i medici, possiede un aspetto, che forse impropriamente, occorre chiamare esoterico, che ogni agopuntore dovrebbe conoscere, ovvero quali funzioni energetiche ogni punto possiede.
Apriamo un discorso personalissimo e, per alcuni, "scandaloso" : non esistono testi sacri che descrivano un dato punto. Perché nel momento in cui ci scegliamo un corredo di punti da infiggere con gli aghi al paziente, in quel momento ben preciso, percorriamo un percorso di evoluzione verso la causa della radice della malattia in sé.
Diventa perciò un discorso energetico, dove partiamo da un significato dei vari punti in una visione energetica e quindi una visione archetipica, che quindi rappresenta l'archetipo.
I poetici nomi che i cinesi hanno dato ai vari punti hanno una ragione archetipica, non è una ragione poetica di fantasia, come taluno interpreta oggi.
Sta a noi la difficoltà, noi occidentali di capire razionalmente

Sta a noi la capacità di leggere la vibrazione che quel punto possiede.
E allora veramente useremo delle formule, ma passaggi irripetibili che utilizzeremo solo per quel paziente.
Non c'entra niente la statistica, magari nessuno ha mai usato quel punto per un'amenorrea. Ma noi lo usiamo, magari lo usiamo solo una volta nella nostra vita professionale, per quella donna e solo in quella seduta.
Difficilmente ripeteremo l'applicazione di seduta in seduta con lo stesso paziente. Perché è un percorso che per forza si sta evolvendo.
Se la seduta successiva, vediamo che la sua situazione, in base a quello che ci racconta, richiamerebbe gli stessi punti della volta precedente, vuol dire che non abbiamo combinato nulla. Anche se magari apparentemente il paziente ci dice che è andata meglio.
Forse solo a livello sintomatico, forse. Vuol dire che abbiamo sbagliato la pista, non siamo in sintonia con la vibrazione del paziente. Dobbiamo con un atto di umiltà tornare indietro e capire dove c'è stato il bivio e come mai abbiamo preso la strada sbagliata.
L'agopuntura, essendo punti e non essendoci materia, è quella che ci permette con più facilità di capire cosa vuol è una medicina a carattere energetico, quindi vibrazionale e a carattere simbolico, analogico.


E' il discorso dell'esempio di prima, che chi è vittima dell'incidente ha una responsabilità. La responsabilità è la causa. Cioè l'incidente, i due che si sono scontrati nell'avere causato l'incidente sono la causa dell'incidente.
Il rapporto causa-effetto non è negato, è l'espressione necessaria nella dimensione spazio-temporale di creare l'universale.
Quindi non è negata, tanto è vero che quello che vedremo adesso, è tutta l'evoluzione epistemologica, quindi scientifica, che va per forza, se è scientifica, per rapporto di causa ed effetto, arrivando alla stessa identica conclusione: la vibrazione.


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