Scuola di Medicina Spagirica
A cura del dipartimento Scientifico della Similia
3ª lezione del 1° anno
Epistemologia II
Docente: Dr. Ugo Alberto Caddeo




Indice della lezione


Lezione 1


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Domande al docente

6 Psicosomatica


Facciamo chiarezza sul termine psico-somatica.
Purtroppo oggigiorno con il termine psicosomatica si restringe il campo ad analogie molto banali: se uno è depresso il massimo che si arriva a pensare è che in lui tutto va a rilento, quindi sarà stitico, perché tutte le funzioni vanno a rilento. Queste derivano da una situazione psicologica.
Oppure addirittura si parla di malattia somato-psichiche, sempre nell'ambito della psico-somatica. Se uno ha mal di testa logicamente è depresso e non è allegro. Questa banalizzazione mostra in realtà che la psico-somatica non va vissuta in questo modo.

Invece è tutto quello che si diceva prima, si basa tutto sulla simultaneità. La situazione psicologica che come punta dell'iceberg si manifesta attraverso una malattia organica o viceversa, ma è un tutt'uno, cioè l'epatite, l'organo fegato ammalato e ha la stessa responsabilità e sta dando simultaneamente lo stesso significato in tutte le cellule dell'individuo preso ad esempio. Quindi non c'è assolutamente da una parte le cellule ed dall'altra energia, differenza tra la parte aggressiva repressa, il lato psichico, e la parte organica materiale, corporea che si ammala di epatite. Non che una cosa derivi dall'altra, ma simultaneamente la psiche del fegato è in sintonia con la psiche di tutte le mie cellule.
Nel momento in cui la prima cellula, ancora prima della manifestazione sintomatica di una malattia, ha un'alterazione che magari poi, dopo 2 o 3 anni, porterà una malattia, il terapeuta ha comunque già in luce, anche a livello esistenziale psichico, il contenuto dell'espressione che sta portando avanti la cellula. Quindi una cosa esattamente simultanea. È come se la psiche della cellula leggesse insieme, non leggendo come causa-effetto, la totalità dell'archetipo dell'aggressività che esiste nell'individuo, come nell'esempio dell'epatite1.





Note

1 È proprio per questa ragione, che qualunque alchimista quando fa un rimedio fa in modo che vi siano almeno i 3 principi Sale, Mercurio e Zolfo. Non c'è mai da curare su uno dei tre. Si curano tutti i livelli contemporaneamente. Si interviene in realtà su una forza archetipa e non sul fegato e non sulla psiche corrispondente. Vuol dire agendo in quel caso, se si ragiona al livello di Paracelso, su Giove. Se si lavora su Giove, si opera anche sul fegato, ma anche sul coraggio della persona, sulla sua capacità di espandersi, di astenersi dal bere e così via. Si crea una omogenea dimensione archetipale nell'individuo, che guarda caso porta anche alla guarigione del suo fegato. Anche. Ma il lavoro che viene ad essere effettuato non riguarda il fegato ma con un individuo che sui vari piani ha una disfunzione che riguarda un Archetipo che denominiamo Giove o Sagittario. Torna al testo



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