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 Indice della lezione
 
 
 Lezione 1
 
 
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 Indice delle tavole
 
 
 Domande al docente
 |  2B Preparazione di OleolitiPer fare un oleolito, una volta raccolta la parte che mi interessa della 
        pianta, la si mette dentro un recipiente che potrebbe anche essere di 
        vetro, in modo che quando lo si espone ai raggi del sole possa percepire 
        anche la luminosità e non solo gli altri aspetti dell'energia del 
        Sole. Nel caso si voglia provare si possono usare anche vasi di argilla preservando 
        il prodotto rispetto l'energia luminosa diretta.
  
        Citazione dal n° 51 di Kemi Hathor:"Fra tutti gli oli, quello di ricino è più specifico 
          per il derma e le sue disfunzioni ed è quello maggiormente impiegato 
          nella produzione di oleoliti in quanto alle sue funzioni particolari1 
          aggiunge quelle dei prodotti erbacei con cui viene messo in contatto.
 La tecnica spagirica di preparazione, pur non essendo singolare, deve 
          essere osservata con un certo scrupolo se si vogliono ottenere dagli 
          oleoliti risultati sorprendenti e talvolta miracolosi."
 L'operazione di raccolta va eseguita nel giorno canonico alla prima ora, 
        il raccolto può poi essere aggiunto all'olio il giorno dopo (previo 
        riposo della pianta all'ombra) oppure si può raccogliere nell'ottava 
        ora e mettere subito in lavorazione.Colte le parti della pianta che in quel momento interessano, si aggiunge 
        l'olio alla pianta (con proporzioni variabili dal 30% al 45% di presenza 
        della pianta) in un vaso chiuso ermeticamente, avendo cura che il livello 
        dell'olio copra completamente la pianta e che vi sia un piccolo spazio 
        per l'aria tra l'olio e il tappo. Il vaso di vetro con la sua miscela, 
        viene esposto alla radiazione solare per la durata di una lunazione completa 
        (o più lunazioni complete o almeno condotte fino ad una sigizie) 
        avendo cura di ritirare il vaso durante la notte, per tenerlo lontano 
        dai raggi lunari che sono sterilizzanti.
 In questa operazione non viene sfruttato solo il calore del sole2, 
        che può portare il vaso anche oltre i 50° nei mesi estivi, 
        ma anche le radiazioni elettromagnetiche solari per tutta la durata di 
        una lunazione, ove in questo caso la Luna fissa i tempi ed il Sole, fonte 
        principale di elettromagnetismo e quindi di vita, presta la sua potenza 
        per fondere ed esaltare i due magnetismi particolari, quello dell'olio 
        e quello della pianta.
 Dopo 28 giorni, l'olio viene filtrato dai residui della pianta i quali 
        vanno torchiati a fondo, fino quasi a secchezza per quanto lo consente 
        il residuo di olio, vengono posti in un recipiente di ghisa, messo a fuoco 
        diretto e bruciato fino a che non si arrivi a cenere, il cui colore finale 
        dipenderà dal contenuto dei minerali nella pianta. (sulla calcinazione 
        si vedo anche la lezione di "pratica di laboratorio" di Luigi 
        Vernacchia.
 Si deve ricordare di avere l'avvertenza di non superare la temperatura 
        di sublimazione.
 Le ceneri ancora bollenti si aggiungono poi all'olio, rimestando vigorosamente, 
        e poi si lascia decantare per alcune settimane (di solito una lunazione). 
        Man mano che i sali si depositano sul fondo del vaso l'olio acquista una 
        trasparenza cristallina e si "mineralizza con i sali liposolubili3.
 Ciò che si deposita sul fondo non va eliminato anche se all'apparenza 
        è una melma di cenere e olio perché presenta molto spesso 
        qualità che vanno al di là degli oli stessi. Un rosso4 
        oleolito di iperico, che è antiflogistico per eccellenza, possiede 
        un corpo di fondo che spalmato su piaghe putride può cicatrizzarle 
        nel giro di poco tempo, dipendente dal tipo di piaga e dalla sua ampiezza, 
        compiendo una vera e propria azione di cauterizzazione, che talvolta ha 
        del prodigioso.
 Nella tavola che segue diamo l'azione principale di 12 oleoliti con le 
        applicazioni. Per maggiori approfondimenti sull'uso di queste piante sotto 
        forma di oleoliti vedere12 Oleoliti di Tradizione Alchemica.
 Tavola dell'applicazione di 12 oleoliti.
 Si consiglia inoltre la lettura di "Il Serto di Iside" e di 
        "Il Volo dei Sette Ibis" - Kemi - Milano.
  Il tipo di olio impiegato può essere di per se importante:
  
         L'olio di ricino (saturno)Proprietà:
 Cheratoplastiche
 Cicatrizzanti
 Emollienti
 Nutrienti
 Protettive
 Vitaminizzanti
 Veicolanti
  Vediamo che gli Antichi Egizi utilizzavano principalmente l'olio di 
        ricino spremuto a freddo.Però non esclusivamente. Usavano anche altri tipi di oli.
 Oltre all'olio di oliva impiegato largamente dai Romani, uno degli oli 
        che si trovano principalmente attivi sul piano energetico e anche utili 
        dal punto di vista terapeutico per fare massaggi, ecc., è l'olio 
        di mandorle. 
         L'olio di mandorle dolci (mercurio) Proprietà:
 Emollienti
 Nutrienti
 Protettive
 Vitaminizzanti
 Veicolanti
  Infatti molto spesso per ottenere l'effetto che ottiene la pianta dall'olio 
        di ricino, ma per poterlo utilizzare per fare massaggi, dato che un oleolito 
        spagirico è estremamente concentrato, si può diluire in 
        una certa percentuale in olio di mandorle, in modo da poter essere disponibile 
        per grandi superfici e in modo da favorire l'effetto elettromagnetico 
        rispetto quello biochimico. In quanto un oleolito di per sé non 
        sarebbe da utilizzare su grandi superfici del corpo, ma su piccole aree 
        riflesse5 (non parliamo 
        di punti di agopuntura, ancora).Durante il secondo gruppo di lezioni e durante il secondo anno della Scuola 
        di Medicina Spagirica, una lezione è dedicata all'apprendimento 
        delle tecniche energetiche di utilizzo degli oleoliti, per ora si fa solo 
        qualche accenno.
 La lavorazione generalmente si tende a farla con l'olio di ricino, però 
        per esempio per le piante solari si può usare benissimo olio di 
        oliva spremuto a freddo, per le piante mercuriali olio di mandorle e così 
        via. Quasi da tutti i semi si può ricavare olio.
 La stessa lavorazione, che stiamo descrivendo, in Egitto poteva avvenire 
        anche con un insieme di grassi animali e vegetali, in questo caso soprattutto 
        con i fiori (il metodo dell'enfleurage francese viene probabilmente dalla 
        lavorazione spagirica). Si otteneva un grasso con una tale profumazione 
        che poteva essere utilizzato aromaterapeuticamente.  Abbiamo visto come il vaso viene esposto ai raggi solari per almeno una 
        lunazione. Poi, prima di ritirarlo per una lunazione di riposo, per fermare 
        il preparato lo si può esporre ai raggi lunari. In questo modo 
        si impedisce la putrefazione e il formarsi di eventuali muffe. Si ottiene 
        una sterilizzazione che in alchimia si fa appunto con i raggi lunari o 
        eventualmente con l'argento spagirico6. 
        Se addirittura questa tecnica la usiamo alla fine della preparazione, 
        quando il prodotto è finito, quasi lo "fermiamo" e gli 
        impediamo successive modificazioni. Gli diamo una memoria di un 
        momento, fissiamo quella situazione magnetica che ha raggiunto. 
        Arrivati al culmine lunare, non si espone mai ai raggi lunari, in modo 
        che non sia colpito dai raggi della Luna Calante. Questa operazione che 
        abbiamo raccontato si compie in luna crescente e possibilmente quasi piena.
 Alla fine del ciclo di lunazione, si filtra e si separa il liquido dal 
        solido. Il liquido riposa. Il solido si torchia e in Luna Nera, possibilmente, 
        il solido viene calcinato. La calcinazione viene condotta nel seguente 
        modo: si mette dentro il crogiolo il solido torchiato, si comincia ad 
        accendere il fuoco e si alza la temperatura gradualmente fino a quando 
        si raggiunge molto lentamente la temperatura che non si vuole superare. 
        Si mantiene questa temperatura per molte ore, a volte giorni se è 
        olio. Prima di ricongiungerle con il liquido bisognerebbe dinamizzare le ceneri 
        attraverso la triturazione in un mortaio. Quando la temperatura è ancora alta o riportando la cenere in 
        temperatura dopo la triturazione e durante la stessa, si può rimettere 
        le ceneri nell'olio.A questo punto si può fare i vari travasi in modo che i due insieme 
        siano dinamizzati o semplicemente mischiare energicamente per lasciar 
        riposare varie volte ottenendo l'adattamento. In genere il periodo di 
        riposo dura tre mesi, cioè per tre lunazioni.
 Dopo almeno tre lunazioni, quando sta per tornare la luna nera, si filtra 
        l'olio ricavando nuovamente le ceneri intrise di olio. A questo punto 
        si può ripetere l'operazione di calcinazione prima di ricongiungerli 
        al liquido con le modalità della prima volta.
 Questa operazione dovrebbe avvenire da un minimo di tre ad massimo di 
        sette volte, ovvero fino a quando il liquido non è più in 
        grado di assorbire dei sali. Quello che resta l'Alchimista lo lascia sul 
        fondo. Questo fondo nell'insieme secondo l'alchimia serve anche a "mantenere 
        la memoria" ma come dicevamo può anche costituire una vera 
        panacea.
  Trattandosi di olio non vale il discorso che si farà per le quintessenze, 
        le tinture e gli elixir, e la dinamizzazione può consistere in 
        diversi travasi e in determinate permanenze dell'olio stesso in contenitori 
        la cui forma-frequenza è relativa all'archetipo che si deve potenziare 
        (Pellicano, cucurbita, ecc.).
 Su questo argomento c'è un articolo che si intitola "Il suono 
        voce di ogni dove" dove in realtà si parla dei vasi alchemici 
        e della loro forma (Kemi Hathor n° 81).
 Il dottor Angelini diceva che troviamo spesso nei papiri egizi, "conserva 
        il prodotto in vaso verde, conserva il prodotto in un vaso azzurro". 
        Poi se si va a vedere questi vasi, non sono né verdi né 
        azzurri e sono generalmente di argilla. Forse quel nome di colore potrebbe 
        essere il nome di una frequenza relativa ad un archetipo come nell'alchimia 
        tradizionale presso i costruttori di cattedrali erano noti e utilizzati 
        i rapporti armonici nelle costruzioni di ogni genere.
 Per esempio potrebbe trattarsi dell'altezza del vaso, che di solito da 
        un suono, infatti se voi prendete delle bottiglie e ci soffiate dentro 
        esce un suono relativo alle altezze delle bottiglie. Quella è la 
        nota che è data dall'altezza. Se prendiamo bottiglie di diverse 
        altezze otteniamo suoni diversi. Se mettiamo un rimedio in una bottiglia 
        di una certa frequenza quello è obbligato a convibrare con quella 
        frequenza. Inserito un rimedio in un campo che se gli è affine 
        lo si potenzia, viceversa lo si indebolisce. Così come enunciato 
        dal Re Radiis di Al Kindi (ed. Mimesis - vedi libri).
  Gli oleoliti possono essere impiegati con differenti tipi di applicazioni:
 La prima applicazione possibile è quella olfattiva. Si 
        può spalmare qualche goccia di oleolito sulla superficie del braccio 
        o sulle mani e, continuando a respirare normalmente dal naso, si avvicina 
        la parte unta ad ogni inspiro per allontanarla ad ogni espiro. Oppure 
        si può applicare al centro del solco "naso-labiale" e/o 
        sotto lo sterno (specie il pino nei casi di afflizioni polmonari). Faremo 
        notare per ora per inciso, come ogni applicazione di oleolito, se di pianta 
        aromatica, è comunque una sorta di aromaterapia involontaria. La seconda è topica: spandere solo sulla parte interessata 
        (pruriti, eczemi, ecc.). La terza è zonale:1° Si spande su una "zona di proiezione cutanea" (o zona 
        riflessa) dell'organo su cui si vuole operare (per esempio spandere lungo 
        la linea interna scapolare e sottoscapolare per agire sul fegato). Sulle 
        zone di proiezione cutanea è di estremo interesse il metodo Greenberg, 
        di cui vi è qualche costoso testo in commercio.
 2° Oppure spandere in modo topico direttamente sulla parte interessata 
        e, per aumentare l'efficacia del trattamento, anche su quella simmetrica 
        (per esempio ginocchio sx, ginocchio dx).
 3° Spalmare sulla zona dell'organo interessato (Fegato, sul posto 
        del fegato; Cuore, sul posto del cuore; Polmoni, sul posto dei polmoni) 
        per "avvolgerlo magneticamente". Talvolta si usa volgarmente 
        dire "fasciare il fegato con l'olio di iperico". È evidentemente 
        un modo di dire perché il significato materiale della frase è 
        "mettere olio di iperico sulla zona in corrispondenza con il fegato". 
        Il concetto di "fasciare" senza garze suggerisce però 
        l'idea che questo olio protegga come una garza, ecc.
 Con l'oleolito esiste inoltre la possibilità di fare lavande 
        vaginali o anali (che spesso eliminano in breve tempo anche le emorroidi). Anche i gargarismi sono consigliati e praticati. Ma l'utilizzo più interessante è quello che fa uso 
        del sistema energetico di cui parleremo in una lezione futura.Mediante questa tecnica si può spandere l'oleolito solo su una 
        zona energetica corrispondente all'esigenza, o lungo il percorso dei MO 
        (vasi energetici egizi).
 Per esempio si può utilizzare la zona della nuca, che come vedremo 
        nelle lezioni future interessa l'energia celeste, in molti casi di insonnia, 
        isterismo, o altre disfunzioni dell'apparato neurologico e psichico. Si 
        può utilizzare la zona della fascia renale e lombare qualora vi 
        sia un calo energetico o la necessità di sostenere la parte terrestre 
        dell'energia. Per esempio l'olio di iperico può essere applicato 
        in questa zona per sostenere il paziente durante una sindrome influenzale, 
        ecc. con l'utilizzo delle pomate da spalmare sui polmoni, cariche di oli 
        essenziali si conosce oggi la funzione respiratoria di questa zona. L'olio 
        di pino o di timo possono tranquillamente svolgere la funzione biochimica 
        necessaria con l'aggiunta della funzione elettromagnetica di attivazione 
        dei punti corrispondenti all'archetipo di Gemelli (polmone), dove oltre 
        alla zona toracica potrò spandere dolcemetne l'olio anche sul pollice, 
        sul polso nel lato interno radiale, e nell'incavo del gomito.
 
 
 
 Note
 
 1 A quest'olio gli egizi hanno riservato un papiro particolare, 
      l'Ebers 251 (traslitterazione dottor A. Angelini ed. Kemi, Milano):
 "Con il suo olio estratto dai suoi frutti si unge colui il quale ha 
      malattie cutanee, per arrestare le suppurazioni, i pus, ..." .
   
 2 Domanda: La luce del sole non toglie i colori dai tessuti? 
      Non toglie qualcosa anche al preparato in olio? Talvolta viene detto 
      che la luce del Sole scolorisce. Provate con l'olio di iperico, vedrete 
      che almeno in questo caso non è vero. Potremmo comunque non desiderare 
      l'effetto della luminosità del sole sul prodotto. In questo caso, 
      come abbiamo già visto, anziché utilizzare un vaso di vetro 
      soffiato trasparente, utilizzeremo un vaso di argilla.
 Poi ci sono tanti tipi di argilla. Per esempio c'è l'argilla rossa 
      che è marziana e ha un contenuto di ferro. C'è l'argilla verde 
      che è Venusina o Gioviniana. C'è l'argilla bianca che è 
      la più pura perché non ha quasi metalli in tracce e si presenta 
      semplicemente come un silicato di alluminio. Chiaramente se un vaso fatto 
      di un'argilla che è relativa all'archetipo della pianta da lavorare 
      sarà meglio di un altro. (Vedremo poi come questa suddivisione delle 
      argille secondo i contenuti metallici sia estremamente riduttiva.)
 Tutti questi dettagli non sono che finezze che vanno a perfezionare un lavoro 
      che già di per sé ha una sua efficacia: l'iperico nella sua 
      condizione peggiore qualcosa comunque fa sempre. Si tratta in questo caso 
      di tirar fuori il meglio.
   
  3 Domanda: cose significa liposolubili? Significa 
        che si sciolgono in olio. Esistono anche sali Idrosolubili (solubili in 
        acqua) e sali solubili in alcool, sali che si sciolgono in alcool non 
        è detto che si sciolgano anche nelle altre sostanze liquide e viceversa. 
        Questo genera una differenza sottile tra i preparati spagirici in olio, 
        in soluzioni idro-alcoliche o alcoliche, ecc.  4 Domanda: Ma l'olio di Iperico non è giallo? 
        Quando voi vi trovate di fronte ad un boccettino con scritto "Olio 
        di Iperico" e vedete che è di colore giallo o arancione chiaro, 
        voi avete la certezza matematica che quell'olio non contiene l'energia 
        vitale dell'iperico. Perché se si prende dell'iperico fresco e 
        lo si mette in qualsiasi tipo di olio, in qualsiasi condizione anche un 
        quantitativo piccolissimo, l'olio si colora immediatamente di rosso. Quando 
        l'olio è giallo, vuol dire che la pianta non è stata messa 
        in infusione subito e ha fatto in tempo a perdere l'energia vitale (oltre 
        che l'ipericina).
   
 5 Domanda: Anche sui punti riflessi? Sì, 
        sui punti riflessi, sulle zone riflesse e anche con altri sistemi che 
        vedremo a suo tempo. 6 Intervento: Tanto è vero che, come diceva 
        il dottor Angelini, una casa svizzera produce un'acqua assolutamente sterile 
        di cui una piccola parte messa in un litro di acqua normale rende sterile 
        il tutto. Ricordo che lo diceva, Questa acqua è ottenuta facendola 
        passare (acqua corrente) attraverso due elettrodi di argento: Argento 
        - Luna. L'Alchimista non ha bisogno di farla passare attraverso due elettrodi 
        di argento, semplicemente espone il suo prodotto ai raggi lunari e questo 
        non marcisce.. 
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