Scuola di Medicina Spagirica
A cura del dipartimento Scientifico della Similia
3ª lezione del 1° anno
Epistemologia II
Docente: Dr. Ugo Alberto Caddeo




Indice della lezione


Lezione 1


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Domande al docente

3 Vibrazione come informazione


Così come esiste la ricerca della Verità, filosofica, teologica, ecc., esiste anche quella medica, cioè la ricerca della verità per e sulla "guarigione". Il cosiddetto mistero della guarigione è senz'altro la verità nel qui ed ora per un dato paziente.
Guarigione vuol dire ritornare ad un equilibrio nuovo, che non sarà mai quello precedente, antecedente allo stato di salute precedente alla malattia. Si crea un equilibrio nuovo per il paziente. Egli quindi incarna, per così dire, in quel momento la sua verità. È una verità totalizzante, è una verità olistica, è una verità che modifica la sua vibrazione. Vibrazione irripetibile, propria di quella persona, del suo momento evolutivo in quel dato istante esistenziale.
Spesso, e questo soprattutto è responsabilità della medicina accademica (della medicina che si rifà a presupposti cartesiani e illuministici), si confonde il mezzo per il fine. E questo confondere il mezzo per il fine, ci porta a vedere come spesso il paziente (che costituisce la materia prima per cui si lavora, si studia, per cui si cerca di curare la persona nella sua globalità, nella sua individualità) è sezionato come se una sua parte, fosse ammalata, mentre tutto il resto che non c'entra con la malattia (sia a livello dell'organo interessato, sia di conseguenza a livello dell'apparato interessato, sia di conseguenza della funzione interessata) fosse per forza totalmente sano. Vedremo, dopo questa introduzione, come a livello epistemologico, quindi giocando in campo avverso alla Tradizione, al pensiero analogico, si giunga agli stessi risultati.

Cioè si giunge a questa visione che le informazioni di un atto alterato come di un atto fisiologico, sono esclusivamente delle informazioni totalizzanti. Organismo, organo, significa qualche cosa che è strutturato per un fine ben preciso.
Quindi, innanzitutto, ci mostra un concetto di dinamizzazione, di evoluzione di questa entità organo. Una evoluzione che non può essere scissa in varie parti, ma che è Unità in un Tutto che continuamente si sposta verso un fine o verso un senso che non necessariamente l'organismo stesso, l'organo stesso debba essere per forza cosciente.

Nel papiro Smith alla glossa A del quarto caso troviamo la dicitura "organi tutti" o "tutte le membra":

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Organi è indicato con "a" error-file:TidyOut.log

Con il segno deretminativo di "organo fisico" error-file:TidyOut.log

Con il simbolo del "percorso del sole all'orizzonte" error-file:TidyOut.log

Il primo simbolo compare anche nella costruzione della parola "RA",
che indica il Dio della terza persona della trinità metafisica,
ed è il "Verbo che Agisce".
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Nel termine "organo" è quindi sottinteso l'agire error-file:TidyOut.log nello spazio e nel tempo.

Sta di fatto che, una informazione di alterazione cellulare, informa totalmente l'organismo. E questo grazie alle vibrazioni che si modificano continuamente e si "informano" continuamente. Queste informazioni sono dei pacchetti energetici che modificano il suono di ogni parte e di ogni minima entità dell'Universo.
Quindi non ci fermiamo alla lunghezza d'onda che imprime una sostanza (la lunghezza d'onda di una molecola) ma prendiamo in considerazione l'atomo. Gli atomi che compongono una molecola possiedono vibrazioni proprie e quindi possiedono delle informazioni ben precise, uniche e irripetibili. Di conseguenza anche le particelle sub-atomiche hanno di per se stesse ciascuna di esse, un'informazione unica e irripetibile.

Come vedete, dalla particella sub-atomica e dal linguaggio delle particelle sub-atomiche tra di loro, come tante bamboline russe, si arriva all'organismo nella sua totalità e nella sua individualità. L'organismo non inteso solo nella sua chiave biologica, ma inteso a tutti i suoi livelli: in chiave psichica, intellettiva, materiale e spirituale.
Le informazioni sono pacchetti energetici e noi sappiamo che l'energia è tutto. La materia biologica o anche inorganica è una forma dell'energia. La materia come entità fisica, ontologica, non esiste. La materia è una forma dell'energia. L'unica entità fisica ontologica è l'energia.
Tutto questo ci fa vedere come ogni cosa è in continua ridondanza con tutte le altre sia a livelli gerarchici (dalla particella sub-atomica all'organismo nella sua totalità) sia a livello paritetico (di uguali energie, di uguali ruoli). Infatti se noi prendiamo in esame un organo, vediamo come a vari livelli abbia un significato ben preciso che va al di là della funzione biologica e biochimica che in quel momento noi gli diamo.
Anche perché la funzione biochimica che gli diamo, gliela diamo nel qui ed ora, di questo spazio scientifico, ma sappiamo giustamente e stupendamente come la scienza progredisce. E la visione che noi possiamo avere di un organo oggi, tra sei mesi, può essere non dico rivoluzionata, ma effettivamente modificata e ampliata. E' come se prendessimo coscienza sempre di più dell'organo stesso, e della funzione organo.
Però questa evoluzione di conoscenza di un organo, ci porta, a partire a monte, da una visione che comunque è universale. Faccio un esempio, banale che però rende l'idea. Se io dico che la sig. Giuseppina ha del fegato, se voi pensate bene a livello razionale, a livello verbale io ho detto un assurdo. Innanzitutto per forza ha del fegato, perché altrimenti non sarebbe un essere umano. Seconda cosa non può avere "del" fegato, perché è un organo parenchimatoso con una struttura, una forma ben definita, per poter avere una funzione o delle funzioni ben precise con dei ruoli ben precisi. Quindi non può essere un pezzo di fegato informe sbattuto dentro nei visceri di questa persona.
Quindi a livello razionale si è enunciata una affermazione assurda.
Eppure sia tra di noi, sia se lo si dicesse in Germania piuttosto che in Russia, una frase del genere, universalmente tutti capirebbero cosa si voglia dire.
E il messaggio è unico, cioè che quella persona ha compiuto un'azione, o ripetuto dei comportamenti che indicano che è una persona di coraggio.
Noi sappiamo che in ogni cultura, per esempio, il guerriero vincitore dava il massimo omaggio, ai parenti e alla tribù del guerriero ucciso, squarciandogli il petto, il ventre, mangiandogli il Cuore e il Fegato. E questo che cosa significa? Cosa significa questa apparente barbarie? Era il più grande atto di "Amore". Di stima che il guerriero vincente poteva fare all'altro guerriero ucciso. Perché voleva dire che riconosceva talmente la generosità e il valore di quella persona e il coraggio di questa persona che è lui che si sente inferiore a chi ha ucciso, e vuole assimilare il suo coraggio, il suo valore e il suo amore. Tutti questi messaggi sono delle vere e proprie vibrazioni che veramente, effettivamente, si ripercuotono nel nostro DNA. Ed è il DNA che porta avanti un discorso universale, delle nostre radici. Il discorso che Jung chiama dell'inconscio collettivo. Che è quel terreno che fa in modo che noi riusciamo metterci in comunicazione l'uno con l'altro.
Sapere le lingue è utile a livello contingente. Ma sono ben altre le possibilità e i contenuti per poterci conoscere. Conosciamo benissimo il valore di uno sguardo, sappiamo benissimo, se abbiamo un minimo di attenzione, dalla modalità con cui uno si veste, quale sia il messaggio che ci sta dando. Conosciamo benissimo come l'espressione del volto e del corpo, ma anche qualsiasi altra modalità, sia un linguaggio subliminale, un linguaggio senza parole, che ci fornisce una idea ben precisa sulla totalità di quella persona, in quel momento, in quel qui ed ora, hic et nunc. Per forza è irripetibile, ma in realtà, nel medesimo tempo, rispecchia tutto l'universo di quella persona. Tutte le sue parti, indistintamente, sotto un certo punto di vista, perché sono simultanee ed hanno una specie di summa della vibrazione di quella persona. Ma anche individualmente ben separate le une dalle altre.
Considerando il 33° canto del Paradiso di Dante, poniamo l'attenzione sulla famosa Rosa. Quella definita da Dante Rosa mistica, che anche in una chiave esoterica iniziatica è una figura importantissima, meglio, un simbolo centrale. La Rosa nella quale ogni petalo è indistinto l'uno dall'altro, mentre Dante è ancora lontano. Man mano che egli si avvicina, non contempla più soltanto la bellezza di questa Rosa, che sarebbe la forma espressiva di Dio, ma incomincia ad apprezzare i vari petali, che in apparenza sono identici, ma in verità ognuno risulta essere diverso dall'altro.
La Rosa è completa e perfetta proprio perché non manca nessun petalo, proprio perché ogni petalo è diverso dall'altro.
Quindi abbiamo una diversità informazionale, un messaggio individuale ripetibile che però si ingloba in una unità grazie proprio alla sua differenza. Se ci fossero due petali uguali, la forma d'onda di quella Rosa, la forma d'onda di Dio stesso, sarebbe alterata, non sarebbe più Dio, sarebbe imperfetta.

Questo discorso sembra che ci porti lontano da tutte e due le parti. Cioè in una chiave epistemologica, dal discorso prettamente scientifico e dall'altra parte dal discorso analogico.
Il piano analogico è proprio la modalità, e ancora un volta un mezzo e non un fine, per entrare sempre più a percepire questa visione del mondo, questa visione della vibrazione unica, che si avvicina sempre di più ad una visione di consapevolezza. E sappiamo, per ritornare alla Medicina Spagirica, la medicina in generale, come la consapevolezza, sia il vero momento di guarigione del paziente.
Dicevo prima che ogni forma, ogni contenuto, è anche una summa di tutti gli altri contenuti.
Noi abbiamo questa possibilità di vedere come le informazioni rompano ogni forma di barriera formale che noi diamo.
Il fegato ha la funzione fegato, ma in sé possiede anche la vibrazione dell'occhio, la vibrazione dell'intestino, del cervello e così via.
Certo che a livello analogico l'intestino avrà una vibrazione, di presenza propria vibratoria, più massiccia, più grossolana del cervello che il fegato stesso.
Pensate alla forma dell'intestino e alla forma del cervello.
Le analogie, devono proprio essere questo mezzo, cioè sono un'altra automobile per andare a Roma, per utilizzare l'esempio precedente, uguale, di stessa dignità, non vuole essere maggiore, di quella della razionalità. La razionalità è solo la sorella più giovane, perché appunto si diceva che nella cultura dell'Umanità è un giovane acquisto. Ma questo sentiero di consapevolezza lo devono percorrere insieme.


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