Scuola di Medicina Spagirica
A cura del dipartimento Scientifico della Similia
I lezione del I anno
ETIMOLOGIA ED EPISTEMOLOGIA
Docenti: Dr. Roberto Colautti; Dr. Alberto Rampino; Marco Vittori; Fabio Patruno; Stefano Stefani




Indice della lezione


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Domande al docente

1a   Il termine "spagiria"

L'etimologia corrente fa derivare il termine "Spagiria" dall'unione di due verbi greci: SPAO SPAO (che significherebbe dividere) e AGHEIRO AGHEIRO(unificare, congiungere).
SPAO, in realtà, non significa "dividere", bensì "estrarre", "tirar fuori"; inoltre quando si formano termini nuovi partendo dalla lingua greca, non si trova mai un omicron finale che si congiunga con un alfa iniziale senza che l'alfa venga tramutata in una "e" o in una "i".
Quindi si dovrebbe dire SPAEGHIRIA, SPAIGHIRIA, o qualcosa del genere.
Il termine "spagirico" fu coniato, secondo i suoi stessi discepoli, da Paracelso, quando (senza nulla togliere al realismo dei suoi insegnamenti, alla sua importanza in campo sociale, medico, storico, iniziatico, ecc.) sappiamo benissimo che Egli non conosceva il greco, conosceva poco e male il latino e scriveva per lo più nella lingua corrente del tempo.

Non sappiamo realmente chi abbia coniato questo termine (Trimemio Abate di Spanheim? Un altro dei maestri di Paracelso? ... o viene da più lontano?) ma comunque forse esso trova la sua radice etimologica nei termini "spao" e "geros" o "geras"1.
Il termine "spao" significa estrarre (l'estrazione è una separazione). Il termine "geras " GERAS simile a "geros" GEROS "indica il dono divino", "vecchio di anni e di esperienza" e, per estensione, "divino", "il più antico" (l'Archetipo), ecc...

Questo termine viene utilizzato per esempio nella formazione della parola "GEROGLIFICO" (da "geros" e "gliphos" cui diamo il significato di "glifi divini").

Si è indotti a pensare che la parola spagirico sottintenda anche un altro significato oltre al "solve et coagula", ovvero: "estrarre i doni divini", "estrarre ciò che è vecchio di anni e di esperienza", "estrarre ciò che è Divino", estrarre l'archetipo (per Paracelso "l'Archeo" o "Archeus").

Da questa prima osservazione si può notare come in Spagiria non si voglia estrarre alcunché di materiale ma proprio ciò che vi è di divino nella pianta o nell'Individuo di Natura2 che si va alchemizzando.

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Note

1   Vedi: Kemi Hathor n° 50 (marzo 1991); editrice Kemi, Milano. Torna al testo

2 Che cosa intendi per "individuo di natura" e per "alchemizzato"? Quando io faccio pensare ad un individuo di natura, pianta, animale o minerale penso semplicemente ad un individuo, qualcosa di indivisibile (la mia mano non è individuo, senza di me non è più in un tutto organico, con una funzione da svolgere nei confronti del tutto). Non abbiamo bisogno di una laurea per capire che cosa è un individuo di Natura.
Mentre nel campo umano noi diciamo che ogni persona è un individuo, nel campo vegetale di solito l'alchimista per individuo intende l'Iperico, cioè tutto l'Iperico esistente è un individuo. Da questo individuo io estraggo parte della sua energia vitale. E lo faccio passare attraverso tutte le fasi di purificazione alchimica: la prova di Terra, di Fuoco, di Aria e di Acqua. Praticamente faccio sì che questa energia si purifichi dalla sua terrestrità, sempre con molta dolcezza. Il prodotto non posso sbatterlo, non posso fargli subire una forte succussione. È come il vino buono non posso sbatterlo forte. È fermentato, infatti più la tieni lì e la conservi bene, più la tintura è buona, migliora con il tempo. Mentre una estrazione semplice che non ha subito queste fasi, che non sia fatta con l'alcool autoctono della pianta, ma che sia fatta con un alcool esterno, voi sapete meglio di me che dopo un certo tempo scade. Quindi ecco perchè la tintura spagirica non ha nulla a che vedere con la tintura madre. È una cosa completamente diversa è un essere vivo. Come noi. Quindi un essere che invecchia e che con gli anni, almeno fino ad un certo punto, migliora e non peggiora. Sempre che io lo abbia conservato bene. Quindi ho preso un individuo l'ho purificato sotto tutti i punti di vista: ha subito tutti i processi che io devo subire se devo giungere all'iniziazione. E quindi è un individuo di natura iniziato. E fare questo processo fuori, cioè realizzare un oleolita di Iperico, significa proiettare nella materia un intenzione precisa, realizzarla e quindi avere a portata di Anima, direi, questa esperienza. E quindi poterla fare su se stessi ogni volta che questa necessità si dovesse verificare. Tutto ciò con modalità dolci e naturali. Non forzate. Questo individuo purificato che ha subito questo processo è in grado per suo stato vibrazionale, per il suo stato proprio, di produrre effetti di guarigione in un individuo o su una problematica che ha la stessa segnatura. Quindi che sia in convibrazione, che sia in grado di far vibrare per simpatia l'altro. Per cui una pianta marziana cura sempre disfunzioni di tipo marziano. Una pianta venusina cura sempre e comunque disfunzioni venusine anche se gli effetti possono essere altrove. Torna al testo




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